Evaristo Baschenis
Evaristo Baschenis o Guarisco (Bergamo, 7 dicembre 1617 – Bergamo, 16 marzo 1677), è stato un pittore italiano.
Biografia
Identità
La figura di Baschenis, uno dei maggiori pittori italiani del Seicento nonché l'ideatore della natura morta di soggetto musicale, è rimasta avvolta in un alone di mistero fino a quando Piero Capuani accertò, attraverso il ritrovamento dell'atto di battesimo (7 dicembre 1617) nel registro parrocchiale della basilica di Sant'Alessandro in Colonna a Bergamo, la sua data di nascita.
Il ritrovamento consentì di conoscere anche il nome del padre dell'artista, il mercante Simone Baschenis, confermato anche da un documento del 1631; la madre, Francesca Volpi, venne scoperta grazie al ritrovamento di un documento di vendita del 1647, custodito all'Archivio di Stato di Bergamo. Evaristo aveva tre fratelli: Bartolomeo, Domenico e Giacomo e abitava con la famiglia nella vicinia di San Leonardo, (in prossimità della chiesa Madonna dello Spasimo) una delle più importanti della città bassa di Bergamo, dove ebbero bottega gli artisti più importanti del Seicento e Settecento cittadino. Presso la chiesa verrà nominato cappellano.
Gli approfondimenti critici e le scoperte archivistiche (1996) di Enrico De Pascale, in coincidenza con le grandi mostre antologiche dedicate al pittore all'Accademia Carrara di Bergamo (1996) al Metropolitan Museum of Art di New York (2000-2001) e presso la Galerie Canesso di Parigi (2022), hanno contribuito a illuminare molti aspetti della vita e dell'opera del Baschenis, i suoi rapporti con la città, con la committenza, con l'ambiente culturale, artistico e musicale in cui visse. Tra i documenti più importanti il testamento olografo e l'inventario dei suoi beni e della sua collezione di dipinti, oltre al rendiconto della vendita di tutto quanto conservato nella sua casa-bottega al momento della morte, il 16 marzo 1677. Particolarmente rilevanti le documentazioni relative al suo alunnato (1639- 1642) presso il pittore cremasco Gian Giacomo Barbelli (giusta il contratto di apprendistato rinvenuto da Marino Paganini) e ai suoi frequenti viaggi lontano da Bergamo: a Roma (nel 1650, anno giubilare, vi soggiornò tre mesi), a Venezia, Mantova e Milano.
La famiglia
L'ecclesiastico
Evaristo-Guarisco Baschenis prese gli ordini sacerdotali nel 1643, dopo che aveva perso sia il padre che due fratelli a causa della peste nel 1630 e aver diviso le proprietà con l'unico fratello rimasto nel 1639, come risulta da alcuni documenti che lo riguardano e in cui è spesso nominato con l'appellativo di "Prevarisco" (contrazione di "prete" e "Guarisco"). La privilegiata condizione di ecclesiastico gli permise di viaggiare e di esercitare l'attività artistica con una certa libertà e disponibilità di tempo.
L'artista
Evaristo Baschenis si applicò quasi esclusivamente al genere della Natura morta, ritraendo raffinati insiemi di strumenti musicali, spesso velati da un sottile strato di polvere, o interni di Cucina con ogni tipo di cibarie, selvaggina e uccellagione della terra lombarda . L'interesse per gli strumenti musicali è dovuto anche al fatto che Baschenis conosceva la musica, come dimostra il suo unico autoritratto (Trittico Agliardi) in cui si è raffigurato nell'atto di suonare una spinetta. Del resto la pratica musicale, associata alla poesia, alla letteratura e allo studio della storia, era pratica assai diffusa a quel tempo nelle famiglie nobili bergamasche.
Baschenis conquistò presto un'ottima fama oltre le mura cittadine, come rivela una lettera encomiastica scritta nel 1675 da Antonio Lupis, che attesta l'avvenuto apprezzamento della sua arte a Roma, Firenze, Venezia e Torino.
Intorno agli anni cinquanta del Seicento, il pittore si legò d'amicizia con il pittore-sacerdote gesuita Jacques Courtois, detto il Borgognone delle Battaglie che si trovava per motivi di lavoro nella città lombarda, con il quale intrattenne per lunghi anni rapporti epistolari e professionali. Baschenis dipinse anche alcune copie delle sue celebri Battaglie, richiestissime dai collezionisti del tempo.
Il lavoro più prestigioso e impegnativo di Baschenis è il ciclo (1675) di otto tele per la biblioteca del monastero di San Giorgio Maggiore a Venezia, di cui si conserva un solo esemplare presso le Gallerie dell'Accademia di Venezia.